Del biancospino sono note le proprietà, per i suoi principi tonico-cardiaci. Il primo uso medicinale, ne fu fatto nel XIX secolo, grazie ad un medico irlandese. L’uomo del passato, quello che era legato da sacro vincolo con la terra, apprezzava il potere eccezionale di questo arbusto.
Nel linguaggio delle piante esso rappresenta la speranza che rassicura ed inevitabilmente dona fede e amore.
La tradizione magica la considera la pianta della felicità. Tanto è vero che un’altra virtù che viene attribuita ad esso, è quella di dissolvere i blocchi energetici ed emozionali, donando equilibrio con le sue vibrazioni sottili.
Per i Greci, il biancospino era di buon auspicio e lo usavano per adornare gli altari, in occasione delle cerimonie nuziali. Per i Romani, allontanava gli spiriti e veniva messo nelle culle per proteggere i neonati. Per i Celti, pare fosse l’albero delle fate.
Nel Medioevo si danzava intorno al biancospino per propiziare la prosperità in primavera e scongiurare il malocchio.
I contadini lo chiamano “spina bianca” o “spina di Maggio”. In passato, i poveri ne facevano farina o lo mescolavano alla pasta di pane. Il biancospino, è una pianta prevalentemente marziale, pertanto, porta con se le caratteristiche proprie del pianeta.
Un proverbio dice:”Il medico cura, la natura guarisce” e così a Borgofortino, andiamo alla scoperta del biancospino, lungo il percorso delle bacche autunnali. Autunno a Borgofortino, non solo castagne.